venerdì 27 gennaio 2012

IL CRITERIO

Quando ti ho toccato la camicia
ho interrogato tutte le finestre
perché non fosse troppo lungo il giorno
ho atteso nelle stazioni
perché la notte non fosse troppo perduta
e ammirato tutte le gocce
ascese come sillabe dal tuo sangue marino

Ho una voce piovosa di ginestre
la chioma carica di rami e di spade
una bocca senza solitudine un delirio crepitante
la scogliera insonne di un cerchio inquieto
una città azzurra uno specchio liquido
- l’ombra pecca di vanità sentendosi stella -
e piedi sparsi sulle pietre disabitate
una luce di frumento un’acqua vaga
un fiore infrangibile i cardinali degli occhi
tre profezie un grappolo di ali
un criterio
- il buio la condanna alla terra -
Nei cuori vertiginosi
navigano i mondi di tutti i tuoi baci
e le mie mani scarmigliate

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