C’è una sorta di limbo nell’attesache piove e taglia le rive e l’acqua delle pietre
e cade obliquo e perpetuo
fra la mia ombra di luce e le tue dita quiete
riverbera sui muri sbilenchi
e parla alle mie scarpe immote
senza voce né mano né pianto
- già Eri senza sapere -
Ho un suono negli occhi
come un mare smisurato il favo di un crepuscolo
un aroma accumulato
un suono errante fra i denti
un sussurro reciso una notte tonda
una corona di onde uno stormo di fiori
il vento carminio che porti nella bocca
e ciò che io sonobrusca e inquieta
la torre bambina il Nord
la chioma improvvisa impigliata alle tue pupille
Nelle stazioni schiarite sono la rotta
che si spartisce sul tuo petto
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