definite
e ferali
come
i gemiti obliqui delle spade
piovose
come le pietre delle mani
e
stridenti
di
sciacalli
irosi
sulle gole immote
E
hanno una bocca nuda i pensieri
quando
si offrono e si dispongono
spalancati
come finestre
impetuosi
nei quadrati delle vele
e
gravidi di porte e di credo
e
di tremori
come
i canti antichi delle acque
-
non ci sono spaventi fra la voce e il cuore -
Nello
sgorgare vermiglio
del
mio essere sulle tagliole
abbraccio
le mie impronte smangiate di turchese
Da "Eowyn"
Da "Eowyn"
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