Quando
il mattino cade dai sogni
i
pensieri ruotano nella penombra
polverosi
e ambrati come impressioni
profumati
di un aroma indicibile
protetti
e inviolati
e
appesi umidi e stellati alle dita
ancora
ombrose di notte
Quando
mi parli
la
tua voce mi divora le spalle
obliqua
e turgida come un miele ostinato
e
intrisa e svelta e definitiva
come
una terra carnosa di grano
il
palpito caldo del sangue un garofano impetuoso
la
strada disposta di tutti i tuoi occhi
la
luce d’acqua
sulla
pietra chiarita della tua fronte
e
mi circonda
come
il canto antico degli oceani
viva
e turchese e piovosa
e
aperta
nelle
mani gravide di baci
Nel
confine che taglia il suono
fra
i racconti e le cicatrici
riaffioro
nel giorno
e
nella tua bocca piena d’echi

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