Ho
giorni di pietra ruvidi
elementari
incongruenti
l’afrore
tiepido di frutti saturi
una
risacca un laccio
lo
squarcio del tutto a proprie spese
un
bacile di parole uno sguardo di ceralacca
un
fiore bruciato un peccato
un
affanno disperso
un
baricentro spaesato un guaito
-
l’ordine sparso delle cose -
E
ho giorni di turchese
quando
il lembo fra terra e cielo
si
respira ai passaggi
il
troppo non è mai abbastanza
un
bacio non è l’ultimo ancora
la
tua bocca sul mio petto è nitida e carnale
un
respiro di mela un omaggio
un
centro netto
il
sublime di un fianco rotondo
un
crepuscolo amaranto il bacio di una mano
una
luce verticale
e
nella luce il rettangolo sospeso della
mia esistenza
Se
non scrivessi più disegnerei una finestra
fra
te e il cuore

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