martedì 23 aprile 2013

LE FORBICI D'ORO


Ho detenuto giorni vacui e sommersi
- Io -
pianeta vago come una riga incerta
un cane spaesato nell’ululato dei treni
un grembo sabbioso un emisfero affondato
una luna rugosa un acchiappasogni invariabile
il buio fradicio fra il mare e la terra
- con forbici d’oro estirpo i giorni disseccati -
e disabito gli anfratti senza più fragranza
C’è un silenzio azzurro nella mia mano
e l’aroma furioso delle cose sospese
un groppo roco una febbre oziosa
il passo breve di un crepuscolo
l’amore di un pegno
la luce scoscesa dei respiri una finestra stellata
- il bacio che annida la tua bocca -
un’ora fuggente il dorso della vita
l’angolo di un’attesa
e nell’attesa un sotterraneo turchese
Sono solo cuore e creta
nel tuo accadere infinito



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