C’è chi si chiede se quel viaggio è proseguito
se Lei è felice e se Lui le sta accanto
io che son Vento e che ondeggio sulle vite
ho visto l’oltre che ai più è sconosciuto
Lei era il petto su cui stendere il passato
lenire i graffi che pungevano i ricordi
ed era il riso che colmava il tempo e i giorni
e tutto il cuore che può star fra terra e cielo
Lui era mani dove bere la ricchezza
d’essere amati più di quel che è consentito
e braccia e rami per nascondersi dagli occhi
di chi nei pugni fa morire le parole
Lei era piccola leggera da portare
fragile e dura coi macigni sulle spalle
palpiti e musica nel petto tondo e bianco
su cui giacere e dissolvere l’affanno
Lui era la notte e il guardiano del respiro
palmo nel palmo si faceva per lei culla
ed era fuoco incarcerato nella pelle
che degli amanti spezza e abbevera l’arsura
Ballavan scalzi sopra il mare e sulla vita
il sole ai fianchi e le ombre strette ai piedi
baci negli occhi che sapevano di pane
persi in un tempo che scordava i suoi rintocchi
Ci sono voci che anche il Vento sa tacere
pagine e note ancora vuote di sussurri
mordono gli angoli sui bordi del destino
cantano attese che si sciolgono dentro ai passi…

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