dove il freddo non è limite ma devota condizione
tra le mani sudati bagagli senza capo senso o coda
sui respiri stracci e polvere veli di una stanza vuota
Un sorriso breve e gesso per sporcare poco il viso
occhi chiari bassi e stanchi sopra labbra di cotone
braccia appese intorno ai fianchi strette intorno alle radici
e per terra i piedi scalzi passi fiacchi senza un dove
Una nota inaspettata rotolò tra le sue dita
quando il fiato della sera si scolora lento in notte
dolce e tiepida e compatta miele e vino e luce spicchio
che in passione rese un musico da soffiarle nei capelli
Da spartiti le carezze sgretolarono la roccia
e raccolsero alle labbra ogni palpito e colore
lui ne amò pelle e pensiero nella piega dell’abbraccio
e baciò i palmi pallidi di parole incarcerate
Trafisse i lacci sputò le spine che le avevano sfiorite…

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