ti sfregia ti odora
il dito affonda
rigira al di dentro
ti schianta di lampi
di fiamma impetuosa
di nebbia ti sveste
e mente riveste
di schiaffi e di sassi
lanciati nascosti
ma pur sempre pietre
seppur poi riposti
Acceca scarlatto
sapor di metallo
che bocca corrode
ferendo il sapore
di quel che di buono
non riesci a scartare
Di troppo una volta
ancora hai sbagliato
ma stringere bene
la mezza misura
non sempre è più lieve
che andare bendato
E crucciarsi per chi
vuol ferire o assillare
o sporcar quel che hai
poiché non sa ingoiare
non vale il discorso
la candela la pena
dì pur quel che vuoi
ma non cambia la scena
“ Fottitene…”
qualcuno un giorno ha scritto…
“ Fottitene ! ”
ho letto ed apprezzato…
Ed io ho ascoltato

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