a mordere troppi macigni
…c’è chi sta a guardare…
a sopperire agli schianti
ad assimilare il verso che
quello che non uccide fortifica
Lascio nel pozzo quella luna
che si divora da sola
quando il pozzo è vuoto
il rimpianto
che non mi appartiene
perché si vive ciò per cui si è destinati
in fondo l'esistenza
è un fluire di turbinosi frammenti
che chiamiamo realtà
Mi scosto dal danno dalla beffa
dagli insindacabili giudizi
dalla sguaiata artificiosità
che incontinente si bagna di se stessa
Non amo la massa
mi basto negli attimi
ho meritato amici
quanti ne stanno in un abbraccio
quelli che mi sentono parlare senza voce
o camminare nei loro passi
senza pretesa senza reclamo
perché sai
agli altri necessitiamo
giusto il tempo di essere dimenticati
Guarda
ho quello che basta
il respiro gambe forti
…bilanciano le spalle…
una penna una tazza sbeccatal’altra faccia della medaglia
parecchio cuore
e il senso di Te
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